Come presidente del Consiglio della Provincia di Grosseto mi sono impegnato in alcuni progetti presentati ed approvati all’unanimità dall’intero Consiglio Provinciale di Grosseto uno dei più significativi è:
--MAREMMA TERRA DEI POPOLI TERRA D’INTEGRAZIONE, da cui è scaturito il tavolo INTERCULTURALE e INTERRELIGIOSO a cui hanno aderito:
LA CHIESA CATTOLICA.
LA CHIESA EVANGELICA BATTISTA.
LA COMUNITA’ EBRAICA.
LA COMUNITA’ ISLAMICA DI GROSSETO.
LA CHIESA APOSTOLICA EVANGELICA.
LA CHIESA CRISTIANA AVVENTISTA DEL SETTIMO GIORNO.
LA COMUNITA’ BAHA’I.
LA COMUNITA’ BUDDISTA DZOGCHEN DELL’AMIATA.
LA PREFETTURA DI GROSSETO.
UFFICIO SCOLASTICO PROVINCIALE DI GROSSETO.
REFERENTE DEL MINISTERO DELL’INTERNO E PRESIDENTE DELLA CONSULTA RELIGIOSA NAZIONALE GIOVANILE.
Che partendo dal bisogno di fede insito nell’uomo si pone l’obiettivo di far convivere le diversità e dare risposte concrete all’ integrazione tra diverse esperienze in una nuova società sempre più multiculturale e multietnica.
Dialogo inter-religioso ed educazione alla pace:
difficoltà e fascino di una scommessa per una cittadinanza futura solidale.
Con l’attacco alle torri gemelle di New York dell’11 SETTEMBRE 2001,a cui sono seguite le recenti guerre in Medio oriente e, soprattutto, le rivendicazioni da parte di gruppi islamici dei numerosi attentati che da quella data si sono tristemente succeduti, pace mondiale e dialogo inter-religioso sembrano essere diventati un binomio inscindibile. Il fenomeno religioso sembra tornato al centro della scena pubblica, influenzando politiche e relazioni internazionali.
A tale fattore si è aggiunto il dato di realtà civili eterogenee e multiculturali, frutto di un inarrestabile fenomeno migratorio, in cui emergono costantemente singoli bisogni quotidiani e veri e propri modelli di vita differenti, anch’essi influenzati da precetti e tradizioni religiose. Il sacro sembra aver lanciato una nuova sfida anche alle singole comunità statuali, ponendo al loro interno “nuove questioni” e verificando la tenuta di “vecchi assiomi”.
L’intera società attuale fin troppe volte definita “globale”, insomma, in cui diversità culturali e modelli di governance talvolta incompatibili finiscono per confrontarsi e sovrapporsi, ha dovuto cominciare a fare i conti con l’esperienza religiosa di intere comunità o di singoli gruppi, non potendosi più permettere il lusso - per così dire - di considerarla una dimensione ormai definitivamente relegata al privato della coscienza dei fedeli.
In un simile scenario, nuovo ed avvincente, il dialogo sembra l’unica strada per disegnare un futuro in comune. Un dialogo tanto necessario quanto difficile tra tutti coloro – in primis le confessioni religiose - che chiedano di parteciparvi per cercare di individuare una via di convivenza e di sviluppo.
Un dialogo che non nasconde le difficoltà ed i dubbi che lo attraversano.
Difficoltà, da una parte, di calarsi in una realtà nuova e complessa (quella attuale: multietnica e multiculturale), in cui spesso differenti approcci a medesime questioni determinano una concreta problematica comunicativa. Dubbi derivanti, dall’altra, da una reale volontà di superare tali ostacoli, soprattutto quando ciò comporti la perdita di “privilegi” consolidati nel tempo.
Allo stesso tempo emerge la grande forza di un dialogo che sente la gravità della sfida che il multiculturalismo ha ormai definitivamente lanciato alla società contemporanea, mettendo bene in luce quanto sia preziosa la posta in palio. Non solo la pace mondiale, infatti, ma anche quella, per così dire, domestica delle singole realtà locali dipende sempre di più dalla capacità e dalla volontà di confrontarsi e di comprendersi al di là delle certezze culturali e religiose di ciascuno.
Porre il dialogo inter-religioso (ma anche le prove di un simile percorso con tutti i relativi corollari di precarietà) all’interno di un processo culturale, infatti, significa prendere atto della sua crucialità nel creare cittadinanza del domani e nella formazione di coloro che dovranno essere i competenti protagonisti di un futuro prossimo.
Correlare il dialogo inter-religioso all’educazione alla pace, ponendoli al centro della proposta didattica, vuol dire seriamente impegnarsi a vincere una reale scommessa di civiltà. E difatti dal tavolo è nata anche una proposta concreta: realizzare un momento di confronto permanente fra le comunità religiose e quella civile, costruendo una ‘Tavola delle religioni’ in cui discutere i maggiori problemi che la maremma deve affrontare. Questo dialogo non resterà quindi estemporaneo, perché ha già cominciato a dare i suoi frutti.
Il TAVOLO INTERRELIGIOSO DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO HA ANTICIPATO LA CONSULTA MULTIRELIGIOSA DELLA REGIONE TOSCANA, (DELLA QUALE SIAMO PARTE), E DELLE CONSULTE DELLE RELIGIONI NATE PRESSO I MINISTERI DELL’INTERNO E DELLE POLITICHE GIOVANILI.
Dopo alcuni confronti il Tavolo Interreligioso ha unanimamente proposto al Consiglio provinciale l’adesione alla “Carta dei Valori, della Cittadinanza e dell’Integrazione” (già assunta dal Ministero dell’Interno con decreto del 24.07.2007), che il Consiglio stesso ha deliberato, il primo in Italia, nella seduta aperta del 9 luglio 2007. Nella medesima seduta consiliare si è inoltre aderito alla “Dichiarazione Donna e Società” (elaborata dalla Consulta giovanile per il pluralismo religioso e culturale - costituita presso il Ministero per le Politiche giovanili e le Attività sportive - e presentata a Milano il 14/06/2007).
--MAREMMA TERRA DEI POPOLI TERRA D’INTEGRAZIONE, da cui è scaturito il tavolo INTERCULTURALE e INTERRELIGIOSO a cui hanno aderito:
LA CHIESA CATTOLICA.
LA CHIESA EVANGELICA BATTISTA.
LA COMUNITA’ EBRAICA.
LA COMUNITA’ ISLAMICA DI GROSSETO.
LA CHIESA APOSTOLICA EVANGELICA.
LA CHIESA CRISTIANA AVVENTISTA DEL SETTIMO GIORNO.
LA COMUNITA’ BAHA’I.
LA COMUNITA’ BUDDISTA DZOGCHEN DELL’AMIATA.
LA PREFETTURA DI GROSSETO.
UFFICIO SCOLASTICO PROVINCIALE DI GROSSETO.
REFERENTE DEL MINISTERO DELL’INTERNO E PRESIDENTE DELLA CONSULTA RELIGIOSA NAZIONALE GIOVANILE.
Che partendo dal bisogno di fede insito nell’uomo si pone l’obiettivo di far convivere le diversità e dare risposte concrete all’ integrazione tra diverse esperienze in una nuova società sempre più multiculturale e multietnica.
Dialogo inter-religioso ed educazione alla pace:
difficoltà e fascino di una scommessa per una cittadinanza futura solidale.
Con l’attacco alle torri gemelle di New York dell’11 SETTEMBRE 2001,a cui sono seguite le recenti guerre in Medio oriente e, soprattutto, le rivendicazioni da parte di gruppi islamici dei numerosi attentati che da quella data si sono tristemente succeduti, pace mondiale e dialogo inter-religioso sembrano essere diventati un binomio inscindibile. Il fenomeno religioso sembra tornato al centro della scena pubblica, influenzando politiche e relazioni internazionali.
A tale fattore si è aggiunto il dato di realtà civili eterogenee e multiculturali, frutto di un inarrestabile fenomeno migratorio, in cui emergono costantemente singoli bisogni quotidiani e veri e propri modelli di vita differenti, anch’essi influenzati da precetti e tradizioni religiose. Il sacro sembra aver lanciato una nuova sfida anche alle singole comunità statuali, ponendo al loro interno “nuove questioni” e verificando la tenuta di “vecchi assiomi”.
L’intera società attuale fin troppe volte definita “globale”, insomma, in cui diversità culturali e modelli di governance talvolta incompatibili finiscono per confrontarsi e sovrapporsi, ha dovuto cominciare a fare i conti con l’esperienza religiosa di intere comunità o di singoli gruppi, non potendosi più permettere il lusso - per così dire - di considerarla una dimensione ormai definitivamente relegata al privato della coscienza dei fedeli.
In un simile scenario, nuovo ed avvincente, il dialogo sembra l’unica strada per disegnare un futuro in comune. Un dialogo tanto necessario quanto difficile tra tutti coloro – in primis le confessioni religiose - che chiedano di parteciparvi per cercare di individuare una via di convivenza e di sviluppo.
Un dialogo che non nasconde le difficoltà ed i dubbi che lo attraversano.
Difficoltà, da una parte, di calarsi in una realtà nuova e complessa (quella attuale: multietnica e multiculturale), in cui spesso differenti approcci a medesime questioni determinano una concreta problematica comunicativa. Dubbi derivanti, dall’altra, da una reale volontà di superare tali ostacoli, soprattutto quando ciò comporti la perdita di “privilegi” consolidati nel tempo.
Allo stesso tempo emerge la grande forza di un dialogo che sente la gravità della sfida che il multiculturalismo ha ormai definitivamente lanciato alla società contemporanea, mettendo bene in luce quanto sia preziosa la posta in palio. Non solo la pace mondiale, infatti, ma anche quella, per così dire, domestica delle singole realtà locali dipende sempre di più dalla capacità e dalla volontà di confrontarsi e di comprendersi al di là delle certezze culturali e religiose di ciascuno.
Porre il dialogo inter-religioso (ma anche le prove di un simile percorso con tutti i relativi corollari di precarietà) all’interno di un processo culturale, infatti, significa prendere atto della sua crucialità nel creare cittadinanza del domani e nella formazione di coloro che dovranno essere i competenti protagonisti di un futuro prossimo.
Correlare il dialogo inter-religioso all’educazione alla pace, ponendoli al centro della proposta didattica, vuol dire seriamente impegnarsi a vincere una reale scommessa di civiltà. E difatti dal tavolo è nata anche una proposta concreta: realizzare un momento di confronto permanente fra le comunità religiose e quella civile, costruendo una ‘Tavola delle religioni’ in cui discutere i maggiori problemi che la maremma deve affrontare. Questo dialogo non resterà quindi estemporaneo, perché ha già cominciato a dare i suoi frutti.
Il TAVOLO INTERRELIGIOSO DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO HA ANTICIPATO LA CONSULTA MULTIRELIGIOSA DELLA REGIONE TOSCANA, (DELLA QUALE SIAMO PARTE), E DELLE CONSULTE DELLE RELIGIONI NATE PRESSO I MINISTERI DELL’INTERNO E DELLE POLITICHE GIOVANILI.
Dopo alcuni confronti il Tavolo Interreligioso ha unanimamente proposto al Consiglio provinciale l’adesione alla “Carta dei Valori, della Cittadinanza e dell’Integrazione” (già assunta dal Ministero dell’Interno con decreto del 24.07.2007), che il Consiglio stesso ha deliberato, il primo in Italia, nella seduta aperta del 9 luglio 2007. Nella medesima seduta consiliare si è inoltre aderito alla “Dichiarazione Donna e Società” (elaborata dalla Consulta giovanile per il pluralismo religioso e culturale - costituita presso il Ministero per le Politiche giovanili e le Attività sportive - e presentata a Milano il 14/06/2007).
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